lunedì 31 gennaio 2011

Scuole e servizi per l’infanzia in Cile

María de Luz Cano Reveco*

1. Il quadro generale

La nostra presentazione del sistema educativo per l’infanzia cilena si compone di tre aspetti:
(a) Come si organizza il sistema educativo infantile cileno e le politiche connesse con l’educazione della prima infanzia;
(b) Come è articolata la struttura di questo servizio educativo, quali sono i bambini presi in carico ed i problemi che è necessario affrontare;
(c) Quali sono le istituzioni che si occupano della cura dei bambini e la loro organizzazione.

Per dare un’idea dell’organizzazione del sistema scolastico cileno, possiamo articolarlo in tre grandi livelli:
- L’educazione infantile , che comprende l’età che va da 0 a 6 anni;
- L’educazione di base, che va da 6 a 13 anni e comprende 8 anni di studio;
- La scuola media che va dai 14 ai 17-18 anni, che permette di inserirsi nel mondo tecnico e professionale o che dà accesso all’università.

Nel 2006 lo Stato ha promulgato una legge che dichiara obbligatori 12 anni di studio (senza considerare l’educazione infantile, non obbligatoria): l’obbligo va perciò dai 6 ai 18 anni.
Un aspetto interessante è che la scuola dell’infanzia, anche se non è obbligatoria, accoglie il 90% dei bambini di età compresa fra 4 e 6 anni.
La formazione complessiva delle giovani generazioni vede la compresenza di due gestori: una parte del sistema scolastico è gestito con fondi pubblici e un’altra – consistente – è gestita da privati.
Le scuole che dipendono da fondi pubblici sono per lo più gestite dai comuni o dalle regioni: per il 61% si tratta di scuole municipali gratuite e il 39% sono private e prevedono una retta mensile a carico le famiglie. Anche per quanto riguarda i servizi per l’infanzia esistono scuole dell’infanzia sia pubbliche sia private; di queste ultime alcune ricevono contributi dallo Stato quando accolgono bambini in condizione di povertà.
Fino al 1980 la scuola pubblica dipendeva direttamente dallo Stato. Ora l’educazione in Cile è delegata dallo Stato ai comuni che hanno la responsabilità della gestione diretta delle scuole pubbliche. Ci sono poi anche le scuole private che si mantengono di norma, come già detto, con le rette delle famiglie.
È importante rilevare che la funzione attuale del ministero dell’educazione cileno ha una funzione orientativa per quanto riguarda i curricoli, l’elaborazione e la revisione periodica dei differenti livelli e la supervisione tecnica delle strutture educative, oltre alla valutazione del sistema in generale.
Ne emerge un’eterogeneità considerevole: coesistono scuole di livello modesto con altre di alto livello che mostrano una continua evoluzione, riconosciute a livello nazionale ed internazionale.
Una delle caratteristiche più forti e riconosciute del sistema educativo cileno è il carattere molto frammentato delle scuole pubbliche (municipali) che accolgono la popolazione infantile più vulnerabile e di più basso livello economico: le risorse allocate sono molto modeste e altrettanto si può dire per la qualità educativa in esse praticate.
All’opposto, le scuole private a pagamento che accolgono bambini e ragazzi di livello socio-economico elevato, conseguono risultati formativi più forti nelle prove di rendimento.
Senza dubbio questa situazione provoca disuguaglianze poiché, a differenza di molti paesi e nonostante le riforme educative vigenti, in Cile la qualità formativa della scuola privata supera quella della statale e questo è chiaramente riscontrabile anche nelle valutazioni del rendimento a livello nazionale.
In questo momento tuttavia Cile sta vivendo forti processi di miglioramento e, soprattutto con l’ultima riforma, è evidente una maggiore partecipazione dei diversi attori del sistema alle decisioni per cui l’interesse degli alunni e delle famiglie -al fine di garantire una migliore uguaglianza delle opportunità e una migliore qualità- occupa un posto di primo piano.

2. La formazione iniziale

Nella seconda metà del XIX secolo sono giunte in Cile influenze educative dall’Europa, specialmente dalla Germania, e si è aperto un grande interesse nei confronti di Fedetatal Froebel e della sua opera sull’educazione dell’uomo. La lezione di Froebel si radicò in modo forte e ancora oggi se ne possono vedere le tracce. Da tutto questo è nata un’idea di educazione dell’infanzia incentrata soprattutto su:
- Una concezione educativa che inizia dalla nascita e prosegue fino all’inserimento nella scuola di base;
- Un impianto di qualità dei contenuti che favorisce il lavoro attivo del bambino nel rispetto delle sue caratteristiche, dell’integralità del suo sviluppo nella scelta di una metodologia improntata sul gioco;
- Il lavoro complementare con i genitori nella formazione dei bambini piccoli.

Nel 1906 entrò in funzione, in Santiago, il primo Kindergarten Estatal incentrato sul metodo froebeliano.
Nel 1917 viene promulgata la prima legge per l’asilo nido, che obbliga le fabbriche e gli stabilimenti industriali che occupano più di cinquanta donne maggiori di diciotto anni a predisporre sale di custodia per l’allattamento e la cura in orario di lavoro per i bambini durante il primo anno di età. E così si creano a lato delle industrie e delle fabbriche i primi asili nido che accudiscono bambini inferiori all’anno, affidati a personale formato negli ospedali o dalla Croce Rossa.
In seguito questa legge è stata migliorata al punto che ora le imprese hanno l’obbligo di sostenere l’educazione dei bambini, minori di due anni, figli delle madri che lavorano.
Nel 1927 si diffondono le idee di Maria Montessori e la sua metodologia viene accolta da diverse scuole e vengono formate maestre specializzate nel metodo montessoriano attraverso la realizzazione di corsi specifici. Le scuole montessoriane si sono sviluppare in ambito privato ed esistono tutt’oggi Case dei Bambini che utilizzano questo metodo. I principi espressi da Maria Montessori ebbero una notevole influenza nei metodi educativi delle scuole dell’infanzia cilene.
Oggi, l’attuale riforma educativa accoglie uno dei suoi principi di fondo, come il raggruppamento di età diverse in relazione alle caratteristiche dei bambini e l’arricchimento dell’ambiente per stimolare lo sviluppo sensoriale.
Nel 1944 si creò la Escuela de educadoras de Párvulos presso l’Università del Cile, la prima in America Latina. Docenti e studenti cominciarono a svolgere un importante ruolo di sensibilizzazione sul tema dell’educazione infantile nella società cilena attraverso diverse attività professionali di diffusione dei modelli educativi e con pubblicazioni specializzate. La formazione delle insegnanti si muoveva principalmente su basi filosofiche, psicologiche e pedagogiche per prendersi cura di bambine e bambini dai 2 ai 6 anni.
Nel 1948 il Ministero dell’Educazione si interessa di questo livello educativo e stabilisce i primi Plan y Programa de estudios, come strumento di orientamento per le sezioni di scuola dell’infanzia annesse alle scuole.
Nel 1965 l’educazione infantile viene riconosciuta in Cile come il primo livello del sistema educativo, e si pone come obiettivo fondamentale lo sviluppo integrale della personalità del bambino ed il suo rapporto costruttivo con il mondo naturale e sociale. Si organizzano tre livelli: asili nido, livello medio e livello di transizione (di passaggio alla scuola di base).
Nel 1970, alla fine del governo del presidente Don Eduardo Frei Montalva e dopo diverse iniziative legislative, si creò la Junta Nacional de Jardines Infantiles (J.U.N.J.I.) la cui funzione è quella di aiutare i bambini e le bambine in situazione di povertà, integrando educazione e alimentazione. Questa iniziativa, innovativa nell’offrire anche un nuovo tipo di servizio addizionale, si propagò rapidamente.
Nel 1974 il Ministero dell’Educazione ha elaborato i Programas Educativos para el Segundo Nivel de Transición: si tratta del primo programma ufficiale per l’educazione infantile, rivolto ai bambini dai 4 ai 6 anni.
Nel 1979 il Ministero dell’Educazione ha elaborato un programma per il nido d’infanzia. Si è trattato di un progresso qualitativo importante, poiché il programma è centrato sul ruolo attivo del bambino che apprende fin dalla nascita. Il programma ha solide basi e si propone di proteggere l’età di più alto rischio, ponendo l’accento sull’importanza della stimolazione precoce, integrale ed organizzata, e tenendo conto anche dei problemi derivanti dall’inserimento della madre nel mondo del lavoro.
Nel 1981 il Ministero dell’Educazione ha elaborato il programma educativo per il Livello Medio e il Primo livello di passaggio fra nido e scuola dell’infanzia (Primer Nivel de Transición) che in precedenza non godeva di un programma educativo ufficiale.
Nel 1990 viene creata la fondazione Integra attraverso lo sviluppo di un progetto educativo che focalizza l’attenzione alle bambine ed ai bambini minori di 6 anni in situazione di povertà e vulnerabilità.
Ora coesistono tre programmi educativi basati sui principi enunciati dalle teorie più accreditate dell’educazione infantile a livello mondiale.
Nel 1998, nell’ambito dell’ultima riforma educativa in Cile, si è messo mano alla riforma curricolare di questo livello educativo, che ha visto l’apporto di diversi soggetti, come il Ministero dell’Educazione, istituzioni formative, associazioni che si occupano di educazione infantile e genitori. Con l’elaborazione delle Bases Curriculares de la Educación Parvularia, viene realizzato un curricolo aggiornato dell’educazione infantile dalla nascita fino all’inserimento nella scuola di base ed applicabile a diverse modalità organizzative per la sua caratteristica di flessibilità.

Questa breve rassegna storico-istituzionale ci permette di prendere atto di come in queste ultime decadi si siano ampliati gli sforzi per migliorare la qualità della cura e dell’educazione della prima infanzia, attraverso la messa a punto di diversi programmi da parte del governo centrale allo scopo di standardizzare la cura dell’infanzia con obiettivi di lavoro che permettano di migliorare significativamente gli apprendimenti dei bambini, specialmente di quelli più in difficoltà e vulnerabili.
Sono molti i fattori che hanno inciso per l’ampliamento delle politiche dell’infanzia: l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, la famiglia mononucleare o uniparentale, la necessità di offrire educazione ai settori più poveri e con minori possibilità di accesso ai servizi educativi. Inoltre, esistono pure ricerche dimostranti come sia importante la frequenza della scuola dell’infanzia in relazione al successivo inserimento nella scuola di base.
Le politiche educative specifiche si pongono due importanti obiettivi: (a) aumentare la copertura (attraverso la realizzazione di nuovi posti), che richiede un’attenzione mirata e differenziata in rapporto ai differenti settori dai quali provengono le richieste e (b) migliorare la qualità del rapporto di cura in quest’area educativa, rafforzando la partecipazione famigliare e della comunità e potenziando il ruolo attivo del bambino. Tutto questo con il proposito di educare con equità, in relazione alle differenze derivanti dagli strati socioeconomici di provenienza.
Il tema dell’infanzia ha assunto un interesse sociale generale dal 1990, tenendo come quadro di riferimento gli impegni assunti dal Cile in occasione del Vertice Mondiale a favore dell’infanzia dello stesso anno, e a partire dalla sottoscrizione della Convenzione dei Diritti dei Bambini, ratificata in Cile nello stesso anno.
La politica nazionale a favore dell’infanzia nel suo piano di azione (Plan de Acción Integrado 2001-2010) è stato formulata sulla base delle aspirazioni e della aspettative che nutre il Cile in questo momento, per celebrare il bicentenario (2010) della propria indipendenza come un paese sviluppato, integrato e in rinnovamento.
In questo quadro sono state sviluppate diverse azioni, di cui ci limitiamo qui a segnalare le principali:
- L’implementazione di linee istituzionali finalizzate all’attenzione alle necessità di sviluppo dei bambini e delle bambine ed a sostenere le famiglie e le comunità nelle loro responsabilità nei confronti dell’infanzia e nella crescita integrale dei figli.
- Promuovere e rafforzare reti locali di protezione dell’infanzia, come meccanismo predominante per ‘vegliare’ sullo sviluppo integrale dei bambini.
- Promuovere e stimolare lo sviluppo di piani, programmi e servizi sociali tesi ad assicurare lo sviluppo integrale dei bambini e delle bambine.

Oggi in Cile esistono vari programmi di attenzione all’infanzia a livello educativo, sociale e sanitario che permettono di collaborare con la famiglia nel suo ruolo principale di agente educativo.

3. Organismi che si occupano dell’educazione infantile.

Il modello amministrativo che Cile ha adottato è differente da altri paesi, e si avvicina maggiormente ad una amministrazione separata dal punto di vista finanziario. La dipendenza amministrativa dal sistema zero/sei è a carico del ministero dell’Educazione, presso il quale sono state trasferite tutte le competenze educative e le responsabilità amministrative dei programmi dei singoli comuni delle diverse regioni.

Gli organismi incaricati di sostenere i servizi educativi dello zero/sei sono:

(a) Servizi per l’infanzia municipali: le prestazioni sono gratuite attraverso un finanziamento di una quota per ogni bambino inserito.
(b) Servizi per l’infanzia sovvenzionati: operano in maniera simile ai precedenti, dipendono tuttavia da enti sostenitori privati (istituzioni religiose, imprese, persone fisiche, ecc.).
(c) Servizi per l’infanzia privati a pagamento.

Esistono anche altre istituzioni finanziate dallo Stato che offrono servizi educativi per l’infanzia:
- JUNJI: è un ente autonomo di diritto pubblico finanziato con la legge finanziaria annuale. Offre un servizio gratuito per l’intera giornata per i bambini meno abbienti. È organizzato dalle Regioni che supervisionano, amministrano e sostengono il lavoro delle scuole dell’infanzia dei rispettivi territori. Oltre a gestire direttamente servizi, la JUNJI organizza convegni ed incontri di studio anche per servizi dipendenti dai comuni o da altri enti senza fini di lucro, come azione di sostegno.
- Fundacíon Integra: è un’istituzione educativa di diritto privato senza fini di lucro. Il suo scopo è di promuovere lo sviluppo dei bambini e delle bambine fra i 3 mesi e i 6 anni che vivono in condizione di povertà e di vulnerabilità sociale. Offre un curricolo differenziato rispetto al ciclo della scuola dell’infanzia. È organizzata dalle direzioni regionali che si avvalgono di equipe di supervisori tecnici che accompagnano e sostengono tali centri.

Attualmente la distribuzione dei servizi secondo il tipo di gestione è la seguente :

- Sovvenzionate: 29%
- Municipali: 29%
- Junij: 17%
- F. Integra: 10%
- Privati: 15%


Per massimizzare gli sforzi e sfruttare al meglio le caratteristiche qualitative specifiche che alcune istituzioni hanno messo in campo attraverso il lavoro con i bambini piccoli, si è deciso di concentrare l’attenzione delle scuole municipali e private sovvenzionate sui bambini fra i 4 e i 5 anni e di focalizzare i servizi della JUNJI e Integra per il primo ciclo (0-3 anni), con particolare attenzione alle fasce di maggiore vulnerabilità economica e sociale.
Il servizio si trova così articolato in due grandi cicli. In questo momento, la percentuale dei bambini accolti nei servizi distribuiti per età è come è così articolata: nella fascia 0,1-11 mesi frequenta il 4,12 % , il 18,4 a un anno e il 25,94 a tre anni.
A 5 anni si raggiunge il 92,56%.

La distribuzione della popolazione che frequenta i servizi per l’infanzia è la seguente:
Privati pagnti-19%
Integra- 20%
Municipali- 28%
IUNJI- 32%
Privati sovvenzionati-36%

4. La riforma educativa della scuola dell’infanzia

I fondamenti che impongono la necessità di una riorganizzazione curricolare della scuola dell’infanzia riguardano l’esigenza di migliorare e potenziare la qualità degli apprendimenti propri di questa età, oltre alle opportunità ed alle sfide del contesto culturale cileno nella prospettiva di offrire una visione attualizzata dei paradigmi dell’educazione infantile per quanto si riferisce alla loro interpretazione ed applicazione in maniera diversificata, in modo che le pratiche pedagogiche si riorientino in funzione di un’educazione più aggiornata ed attuale, insieme con una migliore articolazione all’interno dei subcicli che organizzano questo livello con la scuola di base.
La riforma prospetta di:
- Migliorare sostanzialmente la qualità dell’educazione infantile, favorendo gli apprendimenti rilevanti e significativi, assicurando l’equità e la partecipazione famigliare e della comunità nazionale;
- Contare su un impianto curricolare che definisca obiettivi e contenuti essenziali orientativi sui perché, sul che cosa e sul quando apprendono i bambini, stabilendo una base culturale essenziale per tutti loro.
- Dare continuità, coerenza e progressione al curricolo della scuola dell’infanzia con quello della scuola di base, favorendo una migliore articolazione far i due livelli.
- Integrare orientamenti sostanziali al complesso del sistema dell’educazione infantile, affinché possano essere sviluppati nelle distinte modalità e programmi.

Questo nuovo impianto curricolare consegna una serie di apporti che si traducono in principi pedagogici che provengono tanto dai paradigmi fondativi della scuola dell’infanzia come dalle costruzioni teoriche che sono emerse dalla ricerca negli ultimi decenni.
Questi principi che considerano il bambino come un soggetto attivo ed artefice dei propri apprendimenti, come persona capace che apprende fiduciosamente e che si sviluppa in forma integrale attraverso un’educazione umanistica e potenziatrice, sono menzionati nel documento Bases Curriculares de la Educación Parvularia nella seguente forma :

Principio del benessere. Il bambino deve sentirsi considerato pienamente nelle sue necessità di protezione, protagonismo, affetto e cognizione, generando in questo modo sentimenti di accettazione, confort, abilità, sicurezza e pienezza, insieme al necessario apprendimento in accordo con le sue caratteristiche personali.

Principio dell’attività. Il bambino deve essere protagonista dei suoi apprendimenti, specialmente se si considera che egli apprende facendo, sentendo e pensando, producendo le sue esperienze in un contesto nel quale gli vengono offerte opportunità di apprendimento secondo le sue possibilità, con i supporti pedagogici necessari che ogni situazione richiede.

Principio dell’individualizzazione, in quanto si tratta di un essere unico con caratteristiche, necessità, interessi e punti di forza che si devono conoscere, rispettare e considerare in forma effettiva in ogni situazione di apprendimento.

Principio delle potenzialità, per cui il processo di insegnamento/ apprendimento deve generare nei bambini un sentimento di fiducia nelle proprie capacità cosi’ da poter affrontare maggiori e nuove sfide, fortificando integralmente le proprie potenzialità.

Principio di relazione: allude all’importanza di favorire interazioni significative con gli altri bambini e con gli adulti come forma di integrazione, legame affettivo, fonte di apprendimento ed inizio delle sue relazioni sociali

Principio di unitarietà: parte dalla prospettiva che il bambino sia essenzialmente indivisibile, che affronti gli apprendimenti in modo globale, partecipando con tutto il suo essere nelle esperienze che gli vengono offerte.

Principio del significato: riguarda l’opportunità di favorire migliori apprendimenti considerando e relazionando le esperienze educative con le conoscenze previe dei bambini, rispondendo ai loro interessi e attribuendo loro un senso.

Principio del gioco: enfatizza il carattere ludico che debbono principalmente avere le situazioni di apprendimento, poiché il gioco ha un senso fondamentale nella vita del bambino e della bambina in forma inconsapevole e, attraverso di esso, acquisisce progressivamente conoscenze.

Da notare come il programma nazionale “Bases Curriculares de la Educación Parvularia” riconosce il ruolo della familia come prima agenzia educativa per i figli, con realtà e caratteristiche proprie, necessità educative speciali e aspettative educative, essendo l’attore centrale e permanente dell’educazione infantile.

Considerando il modo in cui la società cilena sta cambiando con ritmi e direzioni che non hanno precedenti storici, l’educazione deve rispondere in forma dinamica a questi nuovi scenari e preparare le nuove generazioni per la partecipazione piena, in conformità alle potenzialità e caratteristiche personali di ognuno.

All’interno dei contesti ambientali nei quali la bambina ed il bambino agiscono, sono fondamentali quelli che corrispondono alla sua cultura di appartenenza, poiché contribuiscono significativamente alla formazione della sua identità, autostima e sentimenti profondi. Da qui l’importanza che si attribuisce alla famiglia ed alle comunità specifiche alle quali appartiene e nelle quali partecipano le altre istituzioni sociali. Le Bases Curriculares de la Educación Parvularia sono strutturate nelle diverse componenti o ambiti:

1. Formazione personale e sociale: corrisponde ad un processo permanente e continuo nella vita delle persone, che raggruppa diverse dimensioni, come lo sviluppo e l’autovalutazione, l’autonomia, l’identità la convivenza con gli altri. Si realizza in base alla sicurezza di sé ed alla fiducia di fondo, inizia a consolidarsi dalla nascita e dipende dal tipo e dalla qualità dei legami affettivi che vengono stabiliti con le persone più significative.

2. Comunicazione: processo centrale mediante il quale i bambini e le bambine dai primi anni di vita effettuano scambi e costruiscono significati con gli altri. L’interazione con l’ambiente permette loro di esprimere vissuti emozionali, produrre messaggi via via più elaborati ed ampliare la comprensione della realtà, potenziando le relazioni che i bambini e le bambine stabiliscono con se stessi, con le persone e con i differenti ambienti con i quali entrano in contatto.

3. Relazione con l’ambiente naturale e culturale: le interazioni che il bambino e la bambina instaurano con il contesto sono attive, permanenti e di reciproca influenza; costituiscono fonte permanente di apprendimenti. È necessario che le bambine ed i bambini scoprano e comprendano relazioni fra distinti oggetti, fenomeni, fatti per spiegarli e per agire creativamente distinguendo l’ambiente naturale e quello culturale.

Ciascuno di questi ambiti possiede nuclei di apprendimento che sono articolati in cicli: il primo dalla nascita ai tre anni ed il secondo dai tre ai sei.

Così l'Ambito di apprendimento Formazione personale e sociale avrà i Nuclei di apprendimento: Autonomia, Identità, Convivenza

L' Ambito di apprendimento Comunicazione, Linguaggio verbale
i Nuclei di apprendimento :Linguaggi espressivi ed artistici

L' Ambito di apprendimento Relazioni con l’ambiente naturale e culturale
i Nuclei di apprendimento: I I viventi e il loro contesto,
Gruppi umani, Relazioni logico-matematiche e di quantificazione

Le Bases Curriculares de la Educación Parvularia offrono ampie opportunità per essere adattate alle diverse modalità e programmi e ai diversi contesti nei quali si realizzano, rispettando appieno il ruolo professionale dell’educatore e riconoscendo la famiglia come prima agenzia educativa dei figli.


5. Modalità di attenzione ai bambini ed alle bambine nella prima infanzia

L’educazione infantile in Cile è articolata in due modalità: formale e informale.
Per educazione formale si intende l’attenzione integrale, l’educazione, la salute e l’assistenza che ricevono i bambini di età inferiore ai sei anni nei centri educativi dipendenti dalle diverse istituzioni pubbliche o private. Questo tipo di attenzione è affidata agli insegnanti ed agli assistenti all’infanzia che posseggono una formazione tecnico professionale. Esiste una normativa, sollecitata dalla JUNIJ che regolamenta questo servizio finalizzato alla cura dell’infanzia, dal personale all’organizzazione degli spazi.
Andiamo a vedere meglio tali servizi.
Le salas de cunas sono servizi che si occupano della cura dei bambini fino a due anni di età le cui madri sono generalmente impegnate nel lavoro. L’orario di apertura si estende fino a dieci e dodici ore al giorno.
In esse si organizzano gruppi di bambini per età e caratteristiche di sviluppo, ricevono un’alimentazione completa da personale specializzato.
Le scuole dell’infanzia accolgono i bambini da due a sei anni e sono fruibili per la giornata intera oppure per mezza giornata. L’organizzazione dei gruppi dipende dal tipo di curricolo adottato che può essere “integrale”, montessoriano, personalizzato e cognitivo.
In entrambi i servizi gli educatori svolgono compiti educativi in linea con i programmi nazionali e con la programmazione specifica realizzata in loco. In relazione al tempo di permanenza dei bambini nella struttura ricevono il pasto e le necessarie cure. L’organizzazione dei gruppi dei bambini avviene sulla base degli spazi e del personale disponibile: si tratta in generale di gruppi di 20 o 25 bambini nelle strutture private ed in quelle sostenute dallo Stato si arriva a 45 bambini per aula.

Le scuole ed i centri scolastici sia dipendenti dai comuni sia dal ministero dell’educazione, si occupano dei bambini da quattro a sei anni. Nelle zone e nelle situazioni di maggiore povertà viene fornita un’alimentazione completa. Nell’ultimo anno è aumentato il numero dei servizi nei quali si fornisce l’alimentazione completa a cura del ministero dell’educazione.

5.1. Programmi non formali

Corrisponde attualmente al 38% del servizio complessivo erogato. La necessità di aumentare la copertura del servizio di educazione infantile per offrire pari opportunità educative a tutti i bambini, specialmente nelle situazioni di maggiore emarginazione sia negli ambienti urbani sia in ambito rurale, ha fatto sì che nel paese si siano sviluppati diversi programmi educativi non formali per bambini di età inferiore ai sei anni.
Questo ha comportato lo sviluppo di programmi educativi decentrati, tanto nelle scuole gestite dai comuni come in quelle private e gratuite poiché ricevono un contributo dal ministero dell’educazione, così come avviene anche per i centri educativi JUNJI e per la Fondazione Integra.
Tali alternative innovative, che offrono ai bambini servizi educativi in età prescolare, hanno reso possibile l’estensione dei servizi anche nelle aree più povere per garantire una distribuzione più equamente diffusa dei programmi di stimolazione precoce. L’educazione infantile di qualità costituisce un passo importante per alleviare la povertà, aumentando le possibilità di inclusione dei bambini nella società. Amplia anche il ruolo educativo della famiglia e sensibilizza le madri su tale importante ruolo per assicurare alimentazione e cura adeguate.
I programmi formali utilizzano una varietà di materiali educativi e curricolari. A questo si aggiunge che oltre al personale professionalmente preparato si aggiungono volontari delle comunità che svolgono un importante ruolo nella loro realizzazione.
I programmi non formali sono spesso considerati strumenti effettivi del cambiamento sociale, in grado di migliorare le conoscenze dei genitori in relazione allo sviluppo dei bambini e la partecipazione alla comunità.
Il controllo dei programmi non formali è affidato in Cile, come detto, a tre istituzioni, il Mineduc (Ministero dell’Educazione), la JUNJI e la Fundación Integra.

5.2. Programma Mineduc

Programma: “Manolo e Margherita imparano con i loro genitori”
Dal 1993 si esegue il programma “Manolo e Margherita imparano con i loro genitori”, dedicato interamente alle famiglie delle bambine e dei bambini fra 4 e i 6 anni ed il cui obiettivo centrale è arricchire la comunicazione verbale e affettiva fra genitori e figli. Si attua di preferenza nelle scuole dell’infanzia inserite in settori urbani di maggiore vulnerabilità sociale.

Programma: “Conoscere il proprio figlio”
È rivolto a madri di bambini al di sotto dei sei anni che vivono in ambienti rurali ad alta dispersione geografica che non hanno possibilità di accesso a servizi educativi formali come le scuole dell’infanzia.
L’obiettivo del programma è di contribuire a migliorare lo sviluppo fisico psichico e sociale delle bambine e dei bambini minori di sei anni e la qualità delle relazioni intrafamigliari, attraverso attività di promozione dell’acquisizione da parte dei genitori, di conoscenze e capacità legate al ruolo educativo genitoriale.
Si utilizza una metodologia attiva e partecipativa che si attua attraverso riunioni e laboratori educativi che prevedono incontri settimanali, per la durata approssimativa di un anno, e sono condotte da donne leader della comunità, elette dal gruppo e riconosciute dal Ministero dell’Educazione.
Tale figura lavora con un gruppo di circa dodici madri e si avvale del sussidio di materiali educativi relativi allo sviluppo, al benessere ed all’apprendimento dei bambini. Le madri partecipanti ricevono in ogni riunione un piccolo quaderno; ai bambini dai 4 ai 6 anni assistiti dalle madri viene offerto il libro “Le mie attività”. Inoltre, ogni gruppo dispone di un set di materiali di gioco per lavorare con i bambini.

6. Programma di miglioramento dell’infanzia

Questo programma, il cui elemento distintivo è di essere un programma comunitario, è rivolto a bambini e bambine inferiori ai sei anni di età che si trovano in situazione di vulnerabilità in ambiti urbano-marginali o rurali e non fruiscono di altri programmi educativi.
Il programma si realizza attraverso progetti locali che sono il frutto del lavoro di gruppi organizzati di adulti, motivati nei confronti dell’educazione ed al benessere dell’infanzia del proprio territorio.
I progetti che si caratterizzano per essere aperti e flessibili dal punto di vista curricolare, si propongono di migliorare le condizioni per lo sviluppo cognitivo, affettivo, sociale e culturale dei bambini partecipanti. Su quest’ultimo aspetto, si promuove il riscatto e la trasmissione delle tradizioni dei beni e dei valori culturali di appartenenza specifica radicati nella cultura cilena, come ad esempio la solidarietà e la cooperazione.

6.1. Junta Nacional de Jardines Infantiles

Ai programmi sopra descritti si aggiungono i sotto riportati progetti non formali. Sono attivi diversi progetti, in particolare:

a) Jardín Infantil Familiar. Il nome sottolinea la partecipazione diretta delle madri e delle famiglie nel processo educativo che viene sviluppato nella scuola dell’infanzia. Lo scopo è di sviluppare le capacità attraverso un programma specifico. Si tratta di un servizio che è presente in tutte le regioni del paese.
b) Jardín infantil Laboral, Estacional. È stato creato per bambine e bambini fra i due e i cinque anni di età ed è rivolto a figli di madri che svolgono lavori temporanei nell’ambito della frutticoltura, dell’agroindustria, della pesca, del turismo, ecc. Il funzionamento di tale programma si concentra su tre, quattro mesi all’anno, specialmente nel periodo estivo.
c) Jardin Infantil de Comunidades Indígenas. Il programma è rivolto a bambini e bambine dai due ai cinque anni appartenenti a nove comunità indigene preesistenti in Cile: Ayamara, Atacameño, Colla, Rapa Nui, Mapuche, Pehuenche, Huilliche, Kawáshkar e Yámana. Sono attivi per lo più in zone rurali del paese e si avvalgono della partecipazione attiva e diretta per l’educazione delle bambine e dei bambini di un membro della comunità indigena originaria.
Lo scopo di questi programmi è di adeguare l’alimentazione, l’assistenza sociale e l’educazione ai bambini. Si utilizzano simili strategie pedagogiche, personale, orario di lavoro per il rapporto di cura, indirizzi curricolari, metodologie di lavoro con la famiglia, fra gli altri aspetti, in relazione al tipo di gruppo culturale presso il quale si presta servizio.

6.2. Programma educativo per la famiglia

Questo programma raggruppa una serie di progetti e modalità organizzative differenti:

a) Desarrollo y Aprendizaje Temprano desde el Centro de Salud Familial (Sala cuna en el Consultorio) (Sviluppo e apprendimento precoce nel centro di salute familiare – asilo nido del consultorio): rapporto di cura e orientamento educativo dei genitori nei consultori sanitari negli orari di attesa.
b) Programa comunicacional. Si utilizza la radio come mezzo di comunicazione, essenziale per i settori territoriali particolarmente isolati, per rafforzare contenuti e fornire ai genitori suggerimenti ed indicazioni di attività educative da svolgere con i bambini. Con questo mezzo, inoltre, vengono formulate proposte riferite al miglioramento della qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie. Questo programma educativo si basa sulla consapevolezza che la famiglia è la protagonista del processo educativo dei figli; il lavoro pedagogico messo in atto da parte degli attori educativi istituzionali è fondamentalmente indiretto. Nel programma educativo per la famiglia le case dei bambini si trasformano in veri e propri spazi educativi nei quali i genitori ed i famigliari sono coloro che guidano i processi di apprendimento con la consulenza specializzata degli insegnanti di scuola dell’infanzia e con materiali di sussidio per il lavoro educativo.

6.3. ‘Integra’

I servizi organizzati dalla Fundación Integra sono i seguenti.

a) El jardin sobre ruedas (la scuola dell’infanzia con le ruote): è un ludobus itinerante che percorre le zone più isolate del paese portando la scuola dell’infanzia in quei luoghi nei quali le condizioni di povertà, bassa densità della popolazione e dispersione geografica non ne consentono l’istituzione stabile. Il progetto del bus educativo fu creato con l’obiettivo di ampliare la copertura e migliorare la qualità della cura educativa per i bambini che abitano in zone rurali. Lo scopo è di promuovere lo sviluppo e favorire l’integrazione della famiglia e della comunità mediante strategie ludiche e puntando sul linguaggio e la socializzazione.
b) Arca de Sofía. Si tratta di una modalità educativa innovatrice rivolta ai bambini da due a cinque anni che frequentano le scuole dell’infanzia di Integra. Due minibus offrono ulteriori risorse educative e metodologiche per rafforzare gli apprendimenti. Gli obiettivi sono di stimolare lo sviluppo della percezione, di promuovere l’acquisizione delle relazioni spazio-temporali, di esprimersi e comunicare verbalmente, di esplorare e sviluppare le capacità di rappresentazione, attenzione e memoria.
c) Jardines Interculturales Mapuche. Si tratta di un progetto sviluppato nelle scuole dell’infanzia ubicate nelle località ad alta concentrazione di “indigeni” Mapuches nella regione dell’Araucanía. A partire dalla rivalorizzazione della lingua, della visione del mondo e delle tradizioni Mapuche, le scuole dell’infanzia interculturali intendono riscattare le radici culturali di questa etnia per aiutare i bambini ad aprirsi al mondo.
d) Sala cuna en las cárceles. Nel 1999 la Fundación Integra e la gendarmeria cilena hanno aperto un primo asilo nido all’interno di un carcere femminile con il proposito di offrire ai bambini nati in carcere un programma di stimolazione socio-affettiva, psicomotoria ed alimentare.
e) Veraneadas Pehuenches (bimbi-estate in Araucanía). Ogni anno, fra gennaio ed aprile, le famiglie Pehuenches della zona di Lonquimay (nella regione dell’Araucanía) migrano in montagna per raccogliere pigne di araucaria, fare legna e accumulare foraggio per gli animali. Si tratta di un’attività tipica dei gruppi originari dell’Araucanía attraverso la quale queste familie si preparano ad affrontare al meglio il periodo invernale. Mentre gli adulti sono impegnati nella raccolta, i bambini ricevono assistenza sanitaria e cure educative.

7. Il programma attuale

L’educazione infantile è stata tenuta in grande considerazione dalla presidente Michelle Bachelet che l’ha collocata nella lista delle politiche pubbliche più importanti per il paese. Per questo l’obiettivo è stato di arrivare – attraverso un’adeguata copertura finanziaria – alla realizzazione di servizi di asilo nido per il 40% della popolazione più povera. in questa linea, dal 2006 al 2009 ha sollecitato la realizzazione di 70.000 posti, aprendo 800 nuovi nidi in tutto il paese.
Questo programma si muove all’interno del più ampio progetto di Sistema di Protezione Sociale dell’infanzia e rappresenta in impegno del Governo entro il 2010, in linea con gli impegni assunti dallo Stato con la firma della Convenzione Internazionale dei Diritti del Bambino del 1990. Il programma CCC (Chile Crece Contigo = Cile cresce con te) ha come obiettivo il prendersi in carico le necessità e sostenere lo sviluppo di ogni fase della prima infanzia (dalla gestazione ai quattro anni), sostenendo le esigenze di base (biologiche, fisiche, psichiche e sociali dei bambini e del loro ambiente di vita) degli strati più deboli e vulnerabili della popolazione. Ricordiamo soprattutto:
- Il sussidio famigliare (SUF): dal quinto mese di gravidanza fino al compimento dei 18 anni di età.
- Programma di appoggio allo sviluppo bio-psicologico-sociale, dal controllo prenatale fino all’ingresso nel giardino d’infanzia.
- Il rafforzamento del controllo della gravidanza.
- La promozione dell’attenzione personalizzata del parto.
- Il rafforzamento del controllo del bambino o della bambina.

Fino ad oggi si è assistito all’apertura della metà dei nidi d’infanzia previsti e si sta lavorando ad una maggiore copertura oltre al miglioramento della qualità dei servizi per i bambini e le bambine che saranno gli uomini del domani.


*Directora ciclo inicial y jefe de carrera Pedagogia Ed. Parvularia
Universidad Internacional SEK
Santiago, Chile
(traduzione di Battista Q. Borghi)